Una donna e il suo metodo: Maria Montessori
Ispirato alla pedagogista Maria Montessori della quale ne porta il nome, il metodo montessoriano sta tornando sempre più alla ribalta: praticato circa in 60.000 scuole nel mondo, con maggiore concentrazione negli Stati Uniti, in Germania, nei Paesi Bassi e nel Regno unito, tale metodologia vanta una sempre più alta adesione nelle scuole che adottano tale pedagogia.
Si tratta di una metodologia pedagogica nata in risposta alla rigidità educativa infantile che, nell’ultimo decennio del 1800, vedeva ancora i bambini costretti ad un insegnamento impartito in modo frontale e forzatamente nozionistico.
La Montessori incominciò a sviluppare la propria filosofia didattica già a partire dal 1897, dopo aver frequentato diversi corsi di pedagogia presso l’università di Roma mentre nel 1907 si assistette all’apertura della sua prima classe chiamata “La casa dei bambini” e situata in un edificio popolare di Roma.
Molte delle idee del metodo Montessoriano possono oggi sembrare scontate come, ad esempio, l’uso di arredo di dimensioni adeguate ai bambini ma, tali concezioni furono una vera rivoluzione per quel tempo.
L’osservazione dei bambini nel loro interagire con l’ambiente circostante, è il tratto fondamentale della pedagogia messa in opera dalla Montessori: l’ambiente studiato per essere alla portata dei bambini risulta essere, oltre che accogliente, anche stimolante per la conoscenza degli stessi tramite l’esperienza provata. La pedagogista riteneva infatti che, concedendo al bambino la libertà di scegliere e di agire liberamente all’interno di un ambiente preparato su misura per le caratteristiche di quella fascia d’età, ciò avrebbe contribuito ad uno sviluppo ottimale dell’infante.
Secondo la Montessori infatti, vi sarebbero delle caratteristiche universali innate che fungono da “comportamento–guida” in ogni fase di sviluppo umano e l’educazione dovrebbe facilitarne l’espressione. Il bambino, nell’ottica Montessoriana, è quindi libero nella scelta del materiale e tutto l’apprendimento deve scaturire dall’interesse assolutamente spontaneo che porta allo sviluppo di un processo di auto-educazione e di auto-controllo.
Per facilitare l’autonomia del bambino, la Montessori proponeva ed adeguava attività basate sulla vita pratica: riporre piccoli oggetti, apparecchiare la tavola, saper allacciare un laccio o uno spago, sono solo alcuni esempi ispirati alla cultura del quotidiano. In questi casi non è tanto importante l’attività in se stessa, quanto lo sviluppo in concentrazione, coordinamento ed autonomia che tale azione richiede per la sua realizzazione.
Importantissimo elemento per il raggiungimento di tali piccole autonomie è il movimento che assume un ruolo fondamentale nella filosofia Montessoriana, essenziale per uno sviluppo armonico del bambino: tramite la ripetizione dei gesti, i movimenti diventeranno sempre più precisi facendo così acquisire all’infante sempre più sicurezza ed autonomia nel compierli.
Adottate ed accolte a livello mondiale, tali idee Montessoriane sono oggi quotidianità acquisita all’interno di tutti i luoghi di apprendimento mentre sempre più scuole ad indirizzo esclusivamente montessoriano, sorgono in tutto il mondo confermando come, la scelta avanguardista “puerocentrica” operata dalla Montessori nel secolo scorso, sia ancora oggi una valida pedagogia che, pone al centro dell’interesse il bambino e non l’apprendimento e conferma d’essere, oggi più che mai, la chiave di volta per un apprendimento degno di tale nome.
Il metodo Montessori oggi, in una società che il sociologo Bauman già a partire dai primi anni 2000 definì come “liquida” per indicare come all’interno di essa tutto è momentaneo, fluido, cangiante, ambiguo, precario, può infatti diventare fondamento basilare per l’autonomia e l’indipendenza del bambino e fungere da salvagente per lo stesso nei cambiamenti sempre più rapidi di una modernità in continua evoluzione.
Per fortuna nella maggior parte delle scuole dell’infanzia lo spirito montessoriano è parte integrante della strategia scolastica tuttavia, non appena ci immergiamo nell’educazione elementare, il panorama cambia: i bambini passano ore seduti dinanzi al docente, ricevendo inviti al silenzio ed all’attenzione con una svilente alternanza di lezioni ed una generale dinamica che volge nello spegnere qualsiasi tipo di motivazione intrinseca per mezzo dell’apprendimento. Sorge spontaneo un dubbio. Il metodo Montessori può essere applicato solo con i bambini tra gli 0 e i 6 anni? Anche se la maggior parte delle scuole offre tale metodo solo in relazione a questa fascia di età, la verità è che Maria Montessori lo progettò affinché potesse essere spendibile per i bambini fino ai 12 anni d’età il che vorrebbe dire uno sviluppo e utilizzo di tale metodologia che abbracci anche le scuole medie.
Un tentativo che dovrebbe forse essere applicato e tentato anche nelle nostre scuole pubbliche.