È L’ORA DELLE RELIGIONI!
RIFLESSIONI SULL’INTRODUZIONE DELL’INSEGNAMENTO DI ‘STORIA DELLE RELIGIONI’ NELLA SCUOLA ITALIANA
Di tanto in tanto ritorna la proposta di inserire un’ora di ‘storia delle religioni’ tra le materie scolastiche. Cerchiamo di approfondire la questione senza pregiudizi.
L’ora di ‘storia delle religioni’ (insegnata da docenti specializzati, con una propria classe di concorso e con programmi di insegnamento stabiliti dal Ministero) si pone come insegnamento scientifico e non confessionale sul fatto religioso che serva, innanzitutto, a contrastare il diffuso analfabetismo su tutto ciò che riguarda le religioni e a costruire, al tempo stesso, una cultura della conoscenza dell’altro. Un corso curricolare di storia delle religioni significa considerare scientificamente (nel senso di autonomamente rispetto alla teologia) i fatti religiosi e la loro interpretazione, nei loro aspetti antropologici, sociologici, storici, psicologici, con particolare attenzione ai testi fondanti e con la necessaria attenzione pedagogica e didattica in riferimento alle varie età degli alunni, in sinergia con le altre discipline scolastiche.
Una delle obiezioni più diffuse sull’ora di ‘storia delle religioni’ considera tale disciplina alla stregua di un grande contenitore di dati delle singole religioni vano e sterile, limitandosi alla loro comparazione, ‘svuotando’ le religioni del loro cuore, cioè la loro confessionalità. È bene chiarire che aconfessionale non significa anticonfessionale (o anti-IRC), cioè critico verso le differenti caratterizzazioni confessionali (o critico verso l’IRC) ma significa impartito non assumendo né la prospettiva né le finalità di una singola confessione; la disciplina non subirebbe, cioè, né potrebbe subire, i controlli che su di essa può avere titolo a esercitare una qualunque confessione. Lo studio delle religioni, infatti, non si occupa della Verità che è precipuamente l’oggetto della teologia, né, quindi, crede negli oggetti del credere.
Sarebbe più correttamente definibile non come insegnamento della/delle religioni ma sulla/sulle religioni, perché si occuperebbe della parte umana del religioso, di ciò che l’uomo dice e fa sub specie religionis, studiando non il divino, lo spirituale, il sacro ma il modo in cui gli uomini comunicano e pensano l’esperienza religiosa e il modo in cui questa plasma la cultura nella storia.
È anche vero che parte dei programmi didattici della scuola italiana di oggi contengono molti elementi religiosi, che si riscontrano nella letteratura, nella storia, nella filosofia, nella geografia, nell’arte, nell’educazione civica e anche nelle discipline scientifiche. Non sarebbe quindi necessario, secondo un’altra obiezione ricorrente, istituire un’ora apposita. Questo modello à la française (detto anche learning out of religion) perché praticato solo in Francia, ha mostrato i suoi limiti e si è rivelato insufficiente. Più diffuso (e da molti ritenuto più che sufficiente) è il modello all’italiana (learning into/from religion) dell’ora confessionale come unica possibilità di colmare le lacune dell’offerta formativa in fatto di cultura religiosa, a cui si potrebbe abbinare, non è infrequente trovare modelli simili, l’attivazione di altri insegnamenti confessionali specifici per le singole religioni, a partire dalle confessioni che hanno stipulato un’intesa con lo Stato. Questo modello (learning into/from religions) rappresenterebbe un problema per chi non aderisce a nessuna religione e non accederebbe a nessun corso confessionale, senza pensare che bisognerebbe attivare un corso di storia della laicità o della libertà di pensiero o di ateismo. Ma sarebbe paradossale.
Lo scenario più probabile per un prossimo futuro potrebbe prevedere la conservazione dell’IRC e l’introduzione di un’ora di ‘storia delle religioni’ come descritta in apertura (learning about study of religion) che si affianchi all’ora confessionale. In questa linea le ultime proposte di legge, una delle quali ancora in piedi nell’attuale legislatura, presentata dall’on. Verini nel 2018, che riprende un disegno di legge identico, presentato dallo stesso parlamentare nel 2013, che a sua volta si rifà alla proposta dell’on. Melandri del 2010; tutte molto simili: Introduzione dell’insegnamento dell’«introduzione alle religioni» nella scuola secondaria di primo grado e nella scuola secondaria superiore”.
Nell’introduzione viene ribadito che non verrebbe lesa la specificità dell’IRC, che resterebbe com’è, alla quale si affiancherebbe un insegnamento scientifico e aconfessionale. L’IRC rimarrebbe vincolata all’appartenenza religiosa, l’ora di ‘storia delle religioni’ sarebbe volta al riconoscimento del vero storico; la prima come parte integrante del discorso religioso (insider), la seconda interessata all’analisi dei discorsi religiosi (outsider).
Provando a selezionare alcune delle principali competenze attese dall’insegnamento di ‘storia delle religioni’ al termine del ciclo di istruzione potremmo sintetizzare come segue:
* Competenze testuali/semantiche: distinguere i linguaggi come essenziale mediazione per la comprensione del fenomeno religioso, quale segmento inserito nel tessuto dei vari linguaggi umani, fornendo gli strumenti per decodificarlo in funzione della comprensione del reale.
* Competenze storiche: acquisire la comprensione delle espressioni culturali situate in una dimensione storica, le quali costituiscono il punto di partenza per lo studio delle religioni.
* Competenze antropologiche: considerare la totalità della dimensione umana anche nei suoi aspetti religiosi, sforzandosi di eliminare le tendenze tipiche dell’eurocentrismo dogmatico: ogni esperienza religiosa ha un senso e merita rispetto.
* Competenze psicologiche: considerare la condotta religiosa come un vissuto psichico razionale, riferito a un soggetto esperiente orientato al riconoscimento dell’altro e del reale.
* Competenze sociali, etiche e civiche: orientare alla comprensione dei fondamenti delle leggi legate alle diverse tradizioni religiose, approfondendo i concetti chiave, le scelte pratiche, i condizionamenti culturali e storici.
E per finire qualche suggerimento per approfondire!
* AA.VV. (ed.), Proposte per l’insegnamento della storia delle religioni nelle scuole italiane, Sestante Edizioni 2014;
* M. Giorda – A. Saggioro, La materia invisibile. Storia delle religioni a scuola. Una proposta, EMI Edizioni 2011.
* G. Lettieri, L’ora di religione come questione aporetica, ‘Studi e materiali di storia delle religioni, 2/2009, 535-564.
Interessante.